18 ago 2017

Federico Terschak, alpinista, sportivo e scrittore, nel 40° della scomparsa

Chi conosce qualcosa di Cortina, magari sa anche chi è stato Friedrich Adolf Terschak, detto Fritz e poi Federico: alpinista, dirigente sportivo e scrittore nato in Germania, ma "naturalizzato" ampezzano.
Terschak vide la luce a Monaco di Baviera il 27 giugno 1890, figlio unico di Emil (1858-1915), alpinista, pioniere dello sci e della fotografia alpina, e di Henriette Stremell (1865-1939). Visse a Ortisei fino al 1897, quando il padre e la madre decisero di spostarsi a Cortina, dove aprirono un laboratorio  fotografico nel centro del paese. 
Segretario della Sezione Ampezzo del Club Alpino Tedesco-Austriaco fin dagli anni '10, sino agli anni '30 Federico aprì numerose vie e compì salite, alcune anche di difficoltà sostenute, su tante crode dolomitiche. Tra le nuove vie, realizzate con amici e compagni fra i quali spicca "Bepi" Degregorio, ricordiamo il Camino Terschak sulla parete sud della Testa del Bartoldo (Pomagagnon): 600 m di IV-V, superati con Hermann Kees il 19 luglio 1913. 
Precursore dello scialpinismo con alcune prime all'attivo (Lavinòres, 1910 - Picco di Vallandro, 1934), Terschak ricoprì tra l'altro la vice Presidenza del Club Alpino Accademico Italiano, di cui faceva parte già dagli anni '20. Fu tra i fondatori del Bob Club Cortina, del quale venne poi nominato Presidente Onorario; operò con energia per lo sviluppo degli sport invernali a Cortina, per i mondiali di sci del 1941, per le Olimpiadi del 1956 e fino ai mondiali di bob del 1966. Progettò e curò i lavori di costruzione dei primi trampolini di salto e scrisse la "Guida di Cortina d'Ampezzo" (almeno 15 edizioni, sempre aggiornate, dal 1923 al 1970), "L'alpinismo a Cortina dai primordi ai giorni nostri 1863-1943" (1953), "Guida ufficiale ai VII Giochi Olimpici Invernali" (1956). 
Autografo di Federico Terschak, anno 1953 (raccolta E.M.)
Scomparve a Cortina il 18 agosto 1977, lasciando la consorte Alda Dandrea "de Fràsto", sposata nel 1922. Il paese che lo aveva accolto alla fine dell'800, onorò il nome dello sportivo iscrivendolo sulla lapide ai benemeriti in cimitero; la celebrazione nella Basilica Minore di una messa di suffragio, richiesta da alcuni estimatori nel quarantennale dalla morte, caduto oggi, intendeva riproporre il suo ricordo agli appassionati di montagna e sport, locali e non.
Peccato che costoro, in specie i locali, si siano contati sulle dita di una mano.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...