5 gen 2016

Sulla Punta Nera d'inverno, da solo

Originale prospettiva della Punta Nera (foto E. Maioni, 
da www.guidedolomiti.com) 
Tra poco ricorrerà il 75° anniversario della prima invernale di una cima che conosco bene e scrivendo della quale rischio spesso di ripetermi, perché resta una fonte di bei ricordi e m'ispira sempre grande simpatia e desiderio di conoscenza: la Punta Nera. 
Ritengo che la prima invernale sia degna di citazione, per due ragioni: perché fu anche la prima invernale solitaria, essendo stata realizzata il 27 febbraio 1941 dall'ingegnere Giorgio Brunner, triestino al tempo poco più che quarantenne, pratico di salite d'inverno e da solo, ma spesso anche compagno del grande Comici; poi perché, grazie alla funivia aperta nel 1939, Brunner riuscì ad effettuare l'ascensione, scendere e rientrare all'appartamento che aveva preso in affitto nel villaggio di Alverà, in sole sei ore e mezzo. 
Chi segue questo blog, saprà di certo che la Punta Nera non è la cima più alta né la più importante del gruppo del Sorapis, e offre un ambiente selvaggio, un'ampia visuale su Cortina e il Cadore e un percorso breve e accessibile all'esperto che non soffra di vertigini. La via consueta, intuita forse per caso dal cacciatore e guida Alessandro Lacedelli da Meleres che braccava un camoscio, richiede una mezz'oretta dall'intaglio tra le Crepedeles e i Tonde del Sorapisc, dove transita il sentiero Cai 215, e presenta lievi difficoltà in arrampicata su dolomia friabile: servono le mani per l’equilibrio, ma non occorrono funambolismi né attrezzi.
Brunner salì sulla funivia nel centro di Cortina alle dieci del mattino e alle sedici e trenta era già in Alverà: usò gli sci fino alla forcella alla base della Punta e incontrò neve ottima, riuscendo così in un'invernale inspiegabilmente fino allora ignorata, su una vetta che colpisce l'occhio già dal centro del paese, ma tutto sommato è sempre rimasta in secondo piano. 
Nel 2008, con quattro amici, rimettemmo tra i sassi della cima un quadernetto per le firme: sul precedente, rimasto lassù per otto anni, le firme erano in media solo venti per stagione. 
Strano, perché in un paio d'ore e poco più di salita dall'affollata zona di Faloria, chi volesse trascorrere alcune belle ore di montagna troverebbe nella Nera una cima con le caratteristiche di tante altre maggiori e più rinomate: ambiente grandioso, vasto panorama, solitudine e pace invidiabili.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...