“Alpinismo
Eroico” di Emilio Comici, uscito in anastatica alla fine
del 2014 dall'editore Hoepli, dopo la ristampa del 1995
curata da
Elena
Marco per Vivalda (319 pagine, 159 fotografie, € 34,90),
è un libro anzitutto da sfogliare.
Prima degli scritti di Comici, uno scalatore che maneggiava bene anche la penna, e delle testimonianze di grandi alpinisti, stupiscono le oltre centocinquanta immagini in bianco e nero, vecchie ormai di
ottant'anni e anche più.
Le amate Tre Cime, la
Civetta, le Dolomiti, le Carniche e le Giulie, i monti di Grecia ed Egitto,
ma soprattutto l'"uomo Comici", che posa davanti
all’obiettivo (spesso quello dell'amico e biografo Severino
Casara), contribuiscono a rischiarare un periodo e un ambiente ormai
lontani nel tempo.
L'elegante ristampa del volume ha riportato in libreria, per la quarta volta, “Alpinismo Eroico”, il cui originale è divenuto ormai argomento da
bibliofili e - ne sa qualcosa chi scrive - non facile da trovare anche presso gli antiquari.
La prima edizione era stata curata dal "Comitato Nazionale del C.A.I. per le onoranze ad Emilio Comici", istituito due anni dopo che il rocciatore triestino cadde da una falesia in Val Gardena mentre si allenava, a causa di un cordino marcio; ne fu poi fatta una seconda, nel 1961, anch'essa ormai piuttosto rara.
La prima edizione era stata curata dal "Comitato Nazionale del C.A.I. per le onoranze ad Emilio Comici", istituito due anni dopo che il rocciatore triestino cadde da una falesia in Val Gardena mentre si allenava, a causa di un cordino marcio; ne fu poi fatta una seconda, nel 1961, anch'essa ormai piuttosto rara.
"Alpinismo
Eroico" si divide in due parti: la prima, anticipata da una
prefazione di Angelo Manaresi, al tempo Presidente del Cai, contiene tutti gli scritti del
triestino, con le relazioni di alcune delle salite compiute tra il 1925 e il 1940. La seconda è una galleria di ricordi cui
contribuirono, tra gli altri, Duilio Durissini della XXX Ottobre di
Trieste, che avviò Comici al mondo sotterraneo; il pioniere Kugy,
che al triestino indicò una via unica, perché orizzontale, la
"Cengia degli Dei" nelle Giulie; Piaz, il "Diavolo
delle Dolomiti"; la guida e maestro di sci Giuseppe Pirovano; l'amico Casara, che ricorda l’ultima via
nuova, sulla parete nord del Salame, compiuta insieme il 28-29 agosto
1940.
Chiudono l'opera, oltre all'elenco delle prime salite di Comici (dal quale mancano però le numerose, per quanto brevi vie che egli aprì in Val Rosandra, alle porte di Trieste), due autorevoli e illuminanti postfazioni, una dell'Accademico triestino Spiro Dalla Porta-Xydias, autore di due biografie di Comici, e il saggio "Comici e l'alpinismo del sesto grado" di Marco Albino
Ferrari.
La
ristampa segue di qualche anno un'altra anastatica meritoriamente
promossa da Hoepli: "L'arte di arrampicare di Emilio
Comici" di Severino Casara che, con 342 immagini
accompagnate da numerosi stralci delle 124 lettere intercorse tra Comici e
l'amico vicentino, illustra la tecnica di scalata del triestino,
assurta quasi a forma d'arte.
Anche questo volume va prima
sfogliato, per gustare il pregio dell'edizione, e poi, ovviamente,
letto per comprendere come Emilio Comici sia diventato una leggenda
dell’alpinismo e perché molte delle sue vie vengano ancora oggi
avvicinate con rispetto.