1 dic 2014

Il sentiero misterioso: "Troi dei milezinche"

Percorrendo la Strada Statale 51 tra Cortina e Dobbiaco, giunto nei pressi di Carbonin, al cartello che segnala l'altitudine "1500 m" mi viene molto spesso automatico controllare se c'è qualche automobile nel piccolo spiazzo sul lato della strada. 
Se ce ne sono, di solito gli occupanti sono partiti per un sentiero che non si trova né sulle carte né nei libri, ma è comunque noto a cacciatori e a pochi camminatori. 
E' quello che a Cortina vien detto “troi dei milezinche” (“sentiero dei 1500”) o “troi de Mariano”, o ancora (l'ho sentito da poco) "sentiero blu", Anzitutto, l’origine dei tre nomi: il primo e il più diffuso, si deve al fatto che il sentiero inizia giusto a quella quota altimetrica. Il secondo si lega a Mariano Gaspari "Baldo", un ampezzano amante della montagna che amava molto percorrerlo e lo fece conoscere a tanti amici; il terzo deriva dal fatto che la traccia è segnata con rari bolli di vernice blu.
Dimenticavo di dire dove si trova e a cosa serve il “troi dei milezinche”: consente di salire da Carbonin a Pratopiazza lungo le pendici del Col Rotondo dei Canopi-Knollkopf, circa a metà della fascia boscosa sulla sinistra orografica della SS51, ed è meno lungo e senz’altro più divertente della strada ex militare che dall’Hotel Ploner sale al Rifugio Vallandro e traversa poi lungo l’altopiano. 
Le pendici del Col Rotondo dei Canopi, dal Rif. Vallandro
(photo courtesy IDF, 19.10.2014)
Il sentiero inizia sul margine della Statale, sale ripido per un tratto, quindi segue una cengia boscosa alta sul Rio di Specie-Platzerbach e, valicata una antica recinzione del confine pascolivo fra Dobbiaco e Braies, a circa 1900 m d'altezza - in una zona di risorgive - si unisce alla lunga strada che sale da Carbonin lungo la Val di Specie. 
Facile da smarrire in un paio di punti, era stato segnato con qualche bollo di vernice, poi raschiato, probabilmente da cacciatori della zona, per difendere la privacy venatoria. A Cortina e Auronzo, a quanto mi consta, è noto a diversi escursionisti: noi l’abbiamo percorso varie volte, tra le quali ricordiamo la suggestiva discesa del 21 gennaio 2007, in cui trovammo neve "in condizioni tardo primaverili" ... 
E’ quantomeno singolare che una traccia comoda e non difficile come quella, non sia mai apparsa su carte e guide, e sia nota solo ai pochi che la scelgono come alternativa alla strada sterrata, inoltrandosi per una buona ora in un bosco solitario percorso certamente più da animali che da esseri umani.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...