13 mag 2014

Il crocifisso del Porteléto a Ra Stua e tanti ricordi

Un simbolo devozionale sicuramente notato da chi passa per la strada che sale da Podestagno a Ra Stua, ma al quale non tutti fanno caso, è la cosiddetta "Crosc del Porteléto" (de Ra Stua).
Questo crocifisso sorge circa 1,5 km oltre il Tornichè di Podestagno, alla fine del primo tratto della salita, nel punto in cui - durante la 1^ Guerra Mondiale - parte della strada fu scavata in roccia. Siamo a 1470 m di quota, su un esposto risalto roccioso coperto di vegetazione, all'inizio del tratto mediano della carreggiabile della Val de Rudo, da qui e per un buon tratto (detto "i Pianes de ra Stua") quasi pianeggiante.
Il crocifisso, collocato lassù dalle Regole Ampezzane in epoca imprecisata, sorge in una superba posizione panoramica: da qui, infatti, si possono scorgere le cime del Pomagagnon, della Tofana, di Fanes e parte di quelle del Gruppo della Croda Rossa.
Il crocifisso del Porteléto de Ra Stua, 
all'inizio dell'inverno (foto E.M., 2003)
Ho tanti ricordi della croce del Porteléto, perché già da piccoli, passando da quelle parti (all'epoca sempre a piedi), non si mancava mai di raggiungerla.
Per la cronaca, fino al 1972 la strada che sale a Ra Stua era sterrata e polverosa, priva di traffico d'estate e mai battuta d'inverno, così come era mestamente chiuso il Brite al suo termine...
Nei pressi della croce un tempo si trovava un cancello di legno ("Porteléto"), che impediva al bestiame monticato in Antruiles di allontanarsi dal pascolo; un altro cancello con analogo scopo si trovava più avanti, alle porte dell'alpe di Ra Stua. Rifatto in metallo negli anni Sessanta, poco tempo fa è stato demolito, perché intralciava una situazione che ammorba il millenario alpeggio, soprattutto in bassa stagione, ma non solo: il crescente, caotico viavai di mezzi motorizzati.
Sull'onda dei ricordi, desidero ora ripensare a coloro che ho conosciuto frequentando Ra Stua e le vicine Lerosa, Sennes e Fodara Vedla in anni che si vanno via via allontanando: penso, fra i tanti, ad Alfredo “Lète”, per decenni ieratico pastore di Ra Stua; al buon Vigilio di Sennes; a Francesco Gaio da Arina di Lamon, che d'estate abitava il Brite de Lerosa con moglie e figli; a Mariano "Baldo" che - avrò avuto cinque-sei anni - mi tirò fuori, fradicio e incosciente del rischio, dalle anse dell'Aga de Cianpo de Crosc, in cui ero scivolato; ad Ambrogio Cazzetta, che quasi ogni domenica era lassù, con la sua fisarmonica e tanta allegria.
Piccoli frammenti di storia e di vita, che meriterebbero tutti un post a sé stante, e che custodisco volentieri nel cuore.

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Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...