7 mag 2014

Il ponticello senza nome

Alle falde del Col Rosà (nel Gruppo della Tofana), a circa 1350 m di quota si trova un ponte pedonale di legno, sconosciuto ai più, che scavalca il neonato torrente Boite e non mi risulta abbia un nome specifico: per questo motivo, mi sono permesso di battezzarlo “Ponte sote el Col Rosà”. 
Il manufatto, del quale non trovo notizie in alcuna fonte recente, unisce le due sponde del Boite partendo dalla strada, oggi asfaltata e chiusa al traffico, che dall'Ufficio Informazioni del Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo presso il Ponte Felizon porta a Pian de Loa e sale poi lungo la Val de Fanes.
Fu ricostruito qualche anno fa dal Parco, sfruttando il rudere di una vecchia passerella già utilizzata dai cacciatori per accedere al boscoso e impervio fianco del Col Rosà che lambisce il Boite. 
Questo stretto ponte non ha valenza escursionistica, anche perché di là da esso le tracce non proseguono a lungo, ma unicamente storica. 
Il ponte sotto il Col Rosà
(foto E.M., 5.5.2012)
Al riguardo, ho notato che – secondo una pubblicistica ormai obsoleta – chi aspirava al Col Rosà un tempo non disponeva solo del sentiero, oggi numerato col 447 e ben ristrutturato dalle maestranze del Parco, che sale dal Pian de ra Spines e verso la fine dell'800 era stato fatto sistemare dalle nobili Anna Power Potts e Emily Howards Bury (proprietarie della lussuosa Villa Sant'Ubertus, sul Tornichè di Podestagno), per poter salire in vetta anche a cavallo (!). 
Pare che esistessero, infatti, altri due accessi al Colle, uno dei quali prendeva forse le mosse proprio dal ponte o dalle immediate adiacenze, dopo aver necessariamente oltrepassato il Boite, qui spesso tumultuoso. 
Pur avendolo salito circa dieci volte, non ho mai esplorato - se non sulle cartine - le varianti di salita diretta da Pian de Loa al Col Rosà, una cima che oggi i camminatori ignorano: mi piacerebbe farlo, per riscontrare sul terreno un frammento di storia andato ormai perduto.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...