20 ott 2014

Un pensiero per Ferdl del Vallandro (1932-2014)

Ieri, entrando al Rifugio Vallandro-Dűrrensteinhűtte a Pratopiazza inondato di sole, un avviso funebre in tedesco ha subito catturato la mia attenzione. 
Venerdì 17 è deceduto, a 82 anni, Ferdinand Mair. A molti, il nome non dirà un granché; ma a chi conosce il Vallandro fin dagli anni dell'apertura, forse farà venire in mente Ferdl, che dal 1972 divise, d'estate come d'inverno, la gestione del rifugio con la consorte Maria (Midl), vulcanica e sempre pronta al saluto e alla battuta con tutti i frequentatori della "sua" casa.
Nel rifugio, posto sul confine tra i comuni di Dobbiaco, Braies e Cortina, i coniugi Mair trascorsero molti anni. Sono scesi a valle nel 2008, lasciando il fabbricato che avevano acquistato nel 1987, ma ieri mi è parso di scorgere ancora Ferdl in cucina, mentre affettava i cappucci da servire a tavola.
Mair fu anche maestro di sci e guida alpina e per un periodo custodì d'inverno il Rifugio Auronzo a Forcella Longeres. Nell'agosto 1959 ripeté per secondo, con due paesani, la via Elsler sulla torre omonima, una guglia dalla forma "quasi" imbarazzante che emerge per un centinaio di metri dalla cresta del Picco di Vallandro, e si scorge bene dall'altopiano di Pratopiazza.
L'Elslerturm
(foto Iside)
In questi anni la gestione del rifugio è cambiata, e anche il pubblico; al Vallandro, meta facilmente accessibile anche ai pigri e tra i rari rifugi dolomitici ancora aperti (quest'anno chiude lunedì 3 novembre), la splendida domenica d'autunno ha portato una notevole gazzarra, ma ho intravisto ben poche persone conosciute. 
L'avviso funebre è passato inosservato alla maggioranza dei presenti. Ma chi ha conosciuto, seppur di striscio, Ferdl Mair frequentando il Vallandro fin da quando giunse lassù con i compagni della 2a D della Scuola Media e l'indimenticato paleontologo Rinaldo Zardini, per cercare qualche piccolo fossile sull'Alpe di Specie, non poteva fare a meno di rivolgergli un pensiero: Aufwiedersehen und Danke!

1 commento:

  1. Gennaio 1978. Avevo deciso di salire con le ciaspes al Picco di Vallandro. In autobus fino a Carbonin e poi su a piedi. La strada era battuta e, con mia sorpresa, ad un certo punto mi supera un'auto. Si ferma, fa retromarcia, la porta si apre e il gestore del rifugio Vallandro mi chiede quale sia la mia meta. Quando gli rivelo le mie intenzioni mi rimprovera con un "E' troppo tardi, non ce la fai. Ti do' un passaggio così, forse, hai qualche speranza". Durante il breve tragitto si informa su chi sono, come sono equipaggiato, qual è la mia esperienza in montagna e la chiacchierata si prolunga anche una volta arrivati al rifugio. Alla fine decido che ha ragione lui: è troppo tardi e mi accontento dello Strudelkofl e di un pezzettino di cresta fino alle Crepe di Val Chiara. Giornata indimenticabile, con tempo magnifico, camosci e gallo forcello e memorabile ritorno.
    A Carbonin, con largo anticipo sull'orario dell'autobus, decido di prolungare la mia passeggiata fino ad Ospitale, dove arrivo ... in ritardo. Per fortuna c'è la pista del trenino, che mi riconduce a Cortina ... alle 9 e mezza di sera. Non so perchè mia madre non condivise il mio entusiasmo. Evidentemente Ferdl aveva ragione: era troppo tardi.

    Saverio
    Sono tornato al rifugio Vallandro nel settembre 2003 durante un breve giro per rifugi con amici e i figli, ma non mi ricordo di avere rivisto il mio cortese "accompagnatore" di quel giorno lontano.

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