5 apr 2013

La "Madonna della Solitudine" su Ra Jeralbes

A nord di Cortina c’è un sacello, che credo non siano in molti a conoscere; e neppure molti sapranno da dove deriva il suo nome, promosso negli anni addirittura a toponimo: la "Madonna della Solitudine".
Il sito si trova a 2000 m circa sulle pendici occidentali di Ra Jeralbes, che racchiudono a nord-ovest la Val Montejela. Siamo nel cuore del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, suppergiù nel punto in cui il sentiero che da Ra Stua sale al dismesso Bivacco Dall'Oglio si biforca, incrociando quello aperto nel 1964 e numerato con lo 0, che giunge alla Crosc del Grisc e prosegue verso i laghi di Fosses.
Bivacco Dall'Oglio, verso le Tofane
In una nicchia naturale ai piedi di Ra Jeràlbes (anche se il toponimo significa "ghiaie bianche",le loro rocce sono grigie), il 29 settembre 1946 due ampezzani, Illuminato de Zanna e l’amico Guido Ghedina, collocarono una statuetta della Madonna. Da allora sono passati oltre sessant'anni: i due appassionati sono scomparsi da tempo e lassù la statuetta veglia ancora i viandanti, ha assegnato il nome al sito e negli anni Novanta del ‘900 è stata affiancata da una formella di ceramica "abusiva", per ricordare un'alpinista scomparsa.
A questa zona è legato un fatto curioso: qualche decennio fa nelle vicinanze della “Madonna” qualcuno cadde in un colossale equivoco, avendo trovato il toponimo "Val Ponùco" e tentato di decifrarne l’etimologia, alquanto oscura. Forse era un pesce d’aprile: risultò poi che il nome, del tutto inventato, veniva dall’appellativo di famiglia del Ghedina salito con de Zanna a collocare la statuetta, vicino alla quale dovrebbero esserci ancora le iniziali dei due ampezzani e la data dell’operazione, dipinti sulla roccia. Però, siccome non salgo alla Madonna da alcuni anni, i miei ricordi potrebbero non essere aggiornati!
Da romantico cultore delle memorie patrie, mi piacerebbe che la statuetta, una delle tante testimonianze di fede di cui è ricco il territorio di Cortina, restasse sempre al suo posto, o almeno che non andasse perduto il toponimo, a ricordo di chi la pose lassù in un momento della storia che vedeva l’Italia uscire da anni tristi e bui.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...