17 nov 2011

Sul Curiè, "piccola" cima delle Carniche

 
Il Curiè, dalla strada forestale
verso La Forceta
Sopra Forcella Zovo, il secondario valico stradale immerso nel verde fra Costalta e la Val Visdende, il 4 luglio dell'anno scorso salimmo una cima semplice ma molto interessante, di cui avevo letto sulla guida delle Alpi Carniche: il (Monte, o Col) Curié, quota 2035 m.
In ricordo dell'amico Mario, una settimana dopo il 1° anniversario della scomparsa, mi fa piacere quindi riferire di quella salita, che gli avevo proposto ed avremmo potuto effettuare con lui e la consorte Paola, originaria proprio di quelle zone. 
Non ho idea da dove derivi l'oronimo "Curiè", ma questo poco importa. Non è una punta rocciosa aguzza e non offre alcunché agli scalatori: è solo un placido cupolone, fittamente boscato fino a tre quarti e pascolivo nel quarto sommitale, che scende verso il fondo della Valle del Piave con alte ed ertissime fiancate coperte di vegetazione.
Agli inizi del '900, l'Esercito Italiano doveva avere individuato nel Curié un luogo strategico di osservazione sull'eventuale seconda linea, perché fu aperta una mulattiera fino in vetta, ripida ma tutto sommato non lunghissima né faticosa, se non per il caldo qualora venga percorsa d'estate (lo confermo!).
Le tre croci di vetta,
con il Popera sullo sfondo
Dopo un buon tratto chiuso fra le piante di un vecchio bosco, il sentiero incrocia una trincea artificiale, un balcone dal quale si apre un'ampia visuale verso il gruppo dolomitico delle Crode dei Longerin, la Val Vissada, i monti che coronano la Val Visdende.
La cima, verde e spaziosa, è caratterizzata da tre croci e, almeno nel 2010, provvedeva ad animarla un folto gregge di ovini. Pensavo che il Curié, il quale offre suggestivi colpi d'occhio sul Comelico e sulle crode che gli fanno corona, fino alla Carnia, fosse poco considerato; invece ho scoperto che per gli abitanti di Valle, Costalta e San Pietro di Cadore, i paesi che si adagiano ai suoi piedi, è un classico.
Da Forcella Zovo (Doo), dove si trova un simpatico rifugio, occorre un'ora e mezza per guadagnare questa "piccola" cima delle Alpi Carniche, un belvedere meritevole di essere conosciuto, cambiando per una volta gli orizzonti ed estraniandosi dalle Dolomiti "firmate" che tanto fastidio danno a Mauro Corona.
Ed è proprio quello che Iside e io facemmo, con soddisfazione, in quella assolata domenica di luglio!

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Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...