23 dic 2010

Il sentiero del poliziotto

Non so se risponde a verità o è soltanto una leggenda, di quelle che piacevano a scrittori come Casara, la storia dell’origine del “Troi del Jandarmo”. Il “sentiero del poliziotto” unisce la spianata di Cianpo de Crosc, poco oltre Malga Ra Stua, con Fodara Vedla, una ventina di anni fa era pressoché ignoto e poi è stato riportato sommessamente “in auge” dal Parco d’Ampezzo. Da quanto so, la nscita del sentiero anticipa di molto la realizzazione della carrareccia militare che da Cianpo de Crosc rimonta a larghe serpentine la costa boscosa sulle pendici delle Lainores e, valicando il confine di Ampezzo con Marebbe, porta a Fodara Vedla. Un gendarme, forse un doganiere o un finanziere, abitava a Marebbe e lavorava in Ampezzo. Dovendo andare e tornare ogni giorno dal lavoro, e non esistendo allora una comunicazione più agevole attraverso la Monte de Rudo, studiò un percorso tra gli alberi e le rocce, dai Orte de Ra Stua al Lago de Rudo. Il sentiero gli consentì di superare con il tragitto meno lungo possibile l'accidentata fascia boscosa tra Ra Stua e Fodara, accorciando la marcia da e verso casa. Oggi il sentiero si percorre quasi come un secolo fa: è indicato da pochi segni di vernice, che individuano due strettoie rocciose e l’inizio del tracciato sotto Fodara; vi sono radi ometti e gli animali del bosco e delle crode pascolano indisturbati. Da alcuni anni, più di qualche escursionista conosce il sentiero, che non è indicato né reclamizzato in alcun luogo. Non lo si segue certo per collegare più velocemente Ra Stua e Fodara, ma per il gusto d’immergersi in un ambiente selvaggio d’acque, cespugli, conifere, detriti, macigni, mughi, dove l’uomo s’intromette di rado. Due metri o poco più di roccia, dove si narra che un tempo una scala di legno agevolasse il transito, si superano con una radice che fa da appiglio: e quando la radice non ci sarà più?

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